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Stipendi da fame e cattiva accoglienza a Restinco

By Gennaio 7, 2020Marzo 28th, 2021Nessun Commento
Lavoratori del centro di Accoglienza di Restinco in presidio permanente

I lavoratori del centro accoglienza per immigrati di restinco scendono in piazza.

In attuazione delle politiche di Salviniana memoria, il bando a suo tempo prodotto dalla Prefettura di Brindisi, per la gestione del Centro di accoglienza “Restinco” (CARA e CPR), ha determinato una serie di gravi criticità:  tagli radicali sul personale e sulle ore contrattualizzate allo stesso; provocato un duro colpo per l’occupazione e per tutte quelle persone messe alla porta da un giorno all’altro, indipendentemente dalla propria professionalità e dedizione; condizionato un progetto volto a promuovere una reale inclusione e integrazione verso le persone accolte;  determinato gravi implicazioni di carattere sociale.

In maniera più esplicita, pare evidente che non si siano ancora superate le precedenti politiche tese a creare marginalità di soggetti già fragili, esponendoli ulteriormente a condizioni di privazioni, ma soprattutto i Lavoratori che da più di un lustro operano nei centri di accoglienza sono stati “sconfinati” improvvisamente in una condizione di grave disagio, vedendosi, tra l’altro, falcidiati drasticamente i loro stipendi. ovvero il numero delle ore di lavoro dedicate ai servizi.

IL CONTRATTO

In sostanza, il loro contratto di lavoro è passato da 38 ore settimanali a 15 e nella maggior parte dei casi, in ragione del numero degli ospiti presenti in struttura, a sole sei ore settimanali, per un corrispettivo stipendio di circa 200 euro.

Dunque, siamo in presenza di quella che più semplicemente, e senza giri di parole, si definisce: “macelleria sociale” di cui il Ministero preposto dovrebbe immediatamente occuparsene, anche per non sembrare incurante della realtà che si vive da tempo nelle strutture di accoglienza, in particolare nel nostro territorio che presenta già di per sé gravi indicatori sociali in termini di povertà assoluta e relativa, con un numero esponenziale di disoccupati e inoccupati.

Non basta, infatti, aver opportunamente approvato il nuovo Decreto Sicurezza – ora diventato Legge  – che elimina le dure misure restrittive sull’immigrazione e sull’integrazione, volute – come già sottolineato –  dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, ripristinando  di fatto la “protezione umanitaria”, se non vengono rivisitati e/o rimodulati gli anacronistici bandi che disciplinano la gestione dei Centri di Accoglienza per Immigrati.

Per rimettere al centro dell’azione politica i Diritti Umani, anche come obbligo Costituzionale ed Internazionale, occorre intervenire con immediatezza, per correggere le storture prodotte dai precedenti Decreti Sicurezza, applicando modifiche sostanziali ai capitolati, nella fattispecie il bando di gara per la gestione della struttura di Restinco, per dare centralità ad una accoglienza che metta al centro il benessere dei beneficiari e delle comunità che scelgono di accogliere, con riferimento soprattutto ai tanti Lavoratori interessati.

Donne e Uomini, che vedono calpestati alcuni loro diritti inalienabili nonostante abbiano  da sempre gestito con dedizione e responsabilità il Centro di Accoglienza in questione, così come la Prefettura di Brindisi, in qualità di Ente committente, può darne testimonianza.

  PERTANTO

preso atto che il Ministero non ha provveduto a rendere esigibile il nuovo Decreto Sicurezza, dimostrando anche una scarsa sinergia tra i vari livelli di governo in termini di individuazione e risoluzione della vertenza in argomento;

rilevato che nonostante le reiterate iniziative sindacali ancora non si è provveduto ad esperire ogni utile iniziativa atta almeno a mitigare le criticità rappresentate;

atteso che le politiche di accoglienza devono vedere garantito un trattamento di inclusione sociale ed integrazione così come previsto dalle convenzioni internazionali e dalla normativa Europea, in primis una serie di interventi finalizzati che favoriscano il positivo inserimento dei Cittadini immigrati nei Territori tra cui l’apprendimento della lingua italiana;

tenuto conto che la complessità di gestire in maniera efficace ed efficiente un fenomeno così rilevante, nel pieno e dovuto rispetto dei DIRITTI UMANI, impone un cambio di paradigma delle strategia di accoglienza;

acclarato soprattutto che il trattamento che stanno subendo i Lavoratori addetti all’accoglienza è grave, non degno di un paese civile e moderno, certamente causato dal precedente decreto sicurezza, ma che ora è necessario risolvere con l’impegno e il contributo delle istituzioni preposte, soprattutto da parte del Governo;

SI comunica

Così come formalmente già comunicato agli Organi Preposti –  che domani (8 gennaio 2020) FP CGIL e CGIL Brindisi hanno indetto in rappresentanza delle legittime istanze dei LAVORATORI interessati, dalle ore 10,00 in poi, presso Piazza S.Teresa a Brindisi, in modalità statica con distanziamento sociale di cui al DPCM vigente, una manifestazione pubblica con presidio permanente fino alla risoluzione della vertenza in atto.

 

Il Segretario Generale CGIL                                           Il Segretario Generale FP CGIL
Antonio Macchia                                                               Pancrazio Tedesco